mario draghi al quirinale

Crisi di governo? La crisi è sociale, ecologica e democratica

Le crisi di governo, normalmente, si aprono quando un esecutivo, di fronte ad una votazione su questioni politiche cruciali, non ha più i numeri della sua maggioranza parlamentare. Il governo Draghi questo problema, in realtà, non l’ha mai avuto. Aveva i numeri la settimana scorsa in Senato senza i 5 stelle, li avrà probabilmente nei prossimi giorni sulla fiducia. 

Il confronto politico sull’azione di governo tra le forze di maggioranza e di opposizione dovrebbe essere la normalità, il sale della democrazia, non un atto di lesa maestà. Qualsiasi Paese democratico dovrebbe preoccuparsi di fronte alla bolla di quasi totale unanimismo in cui siamo stati catapultati fino a qui dal governo dei migliori.

Le dimissioni di Mario Draghi, alla luce di ciò, sono una scelta, per quanto legittima, personale e determinata dalla convinzione di non voler governare in assenza delle condizioni originarie alla formazione di questo governo.

Lo scontro a cui stiamo assistendo ha ben poco a che vedere con le priorità sociali del nostro Paese. Nella schiera di “richieste di responsabilità” e di appelli a Draghi a non dimettersi che si susseguono in queste ore, di tutto si parla tranne che di ciò che sta succedendo in Italia e nel mondo.

La crisi sociale morde, il potere d’acquisto delle famiglie è ai minimi storici, l’inflazione e il carovita costringono la maggioranza a sottrarre risorse da destinare alle spese essenziali.

Non è il momento delle chiacchiere. Abbiamo bisogno di risposte concrete. A partire dall’introduzione di una legge sul salario minimo che fissi a 10 euro la soglia sotto cui nessun rapporto di lavoro possa scendere, come diciamo con la campagna di UP #SottoDiecièsfruttamento. C’è bisogno di rispondere alla questione salariale come in Germania dove si aumenta a 12 euro il salario minimo e di guardare alla Spagna, dove si sono prese importanti misure contro la precarietà e in favore della redistribuzione. 

Nella crisi che stiamo attraversando bisogna incoraggiare il risparmio energetico con misure che vadano verso la gratuità del trasporto pubblico e l’accessibilità a tutte e tutti ai servizi di sharing a sostegno della mobilità dolce.  Il disastro della Marmolada, gli incendi cancerogeni a Roma, la siccità dilagante, le temperature tropicali, testimoniano quanto poco si stia facendo nella direzione della transizione ecologica. Non è il momento delle chiacchiere. È il momento di farla davvero.

Infine, il PNRR, la più grande occasione di finanziamento della recente storia repubblicana rischia di tramutarsi in una occasione persa dal momento che, stanti le attuali politiche di governo, non produrrà lavoro stabile e di qualità e se servirà a riempire le tasche dei soliti noti. 
Smettiamola con questa farsa. Non abbiamo bisogno di salvatori della Patria. È il momento di misure concrete nell’interesse di quella maggioranza di persone che non vive di rendita e speculazione, di chi per vivere ha bisogno di lavorare.