Un milione di posti di lavoro pubblici: efficienza e benessere per tutti – Manifesto per la ricostruzione

Nel mondo nuovo vogliamo un piano straordinario di assunzioni pubbliche a tempo indeterminato nei settori dell’innovazione, della formazione, del welfare e in tutti quegli ambiti che producono benessere e sicurezza per tutti. La nostra pubblica amministrazione è la più “vecchia” d’Europa (età media 52 anni) e per colpa delle politiche di austerity ha perso negli ultimi 10 anni quasi il 15 % del personale. Oggi abbiamo 1/3 in meno di dipendenti pubblici rispetto a Francia, Germania e Inghilterra. Non bastano certo il ripristino del turnover e i pensionamenti di quota 100: serve una massiccia iniezione di energie nuove.

Un milione di posti di lavoro pubblici è una proposta di buon senso con moltissimi benefici: rafforza i settori più importanti della macchina statale, aumenta l’efficienza dei servizi ai cittadini, immette energie e nuove competenze nell’amministrazione pubblica, mette fine all’ingiustizia del precariato nella pubblica amministrazione che ha conosciuto nell’ultimo decennio un’esplosione con la caduta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato del 15,2% a fronte della crescita dei part-time involontari del 5,8%. È un intervento necessario per dare un futuro a molti giovani, consentendo l’aumento del reddito disponibile e quindi riattivando il motore della crescita economica attraverso lo stimolo alla domanda interna.

In particolare, abbiamo bisogno di: 40.000 nuovi medici (soprattutto di base); 60.000 nuovi infermieri; 80.000 nuovi operatori socio sanitari; 40.000 nuovi educatori nei servizi per l’infanzia; 170.000 nuovi insegnanti (scuole primarie e secondarie); 50.000 nuovi ricercatori (università + enti di ricerca); 30.000 figure professionali per i consultori (ginecologi, psicologi, assistenti sociali, educatori, ecc.); 45.000 figure di tutela e promozione del patrimonio artistico e culturale (archeologi, bibliotecari, archivisti); 25.000 nuovi ispettori del lavoro (ce ne sono solo 4.000 in Italia!); 100.000 nuove figure tecniche specializzate nella digitalizzazione, nella gestione dei fondi strutturali, nella qualità e inclusività dei servizi pubblici, nella progettazione ambientale e nello sviluppo sostenibile, nella mobilità; 70.000 nuovi impiegati nelle amministrazioni pubbliche centrali e nelle agenzie collegate; 130.000 nuovi impiegati nelle amministrazioni locali, soprattutto nei comuni e nei loro servizi al cittadino; 160.000 nuovi posti di lavoro per re-internalizzare, finalmente, i servizi che sono stati esternalizzati dagli enti locali (servizi sociali, educativi, di pulizia, contabilità, trasporto, informazione, ecc.).