Riappropriamoci delle aziende pubbliche e mettiamole al servizio della collettività – manifesto per la ricostruzione
Nel mondo nuovo la smettiamo di tagliare e ricominciamo a considerare gli investimenti pubblici come la migliore garanzia di un futuro fatto di lavoro degno, di un’economia sostenibile che risponde alle sfide vecchie e nuove del nostro paese (dal cronico divario nord-sud al cambiamento climatico, passando per la riduzione delle disuguaglianze sociali e territoriali tra aree interne e centri delle metropoli). Come proposto dal Forum Disuguaglianze, il primo passo è riappropriarci delle imprese che ancora sono pubbliche e metterle a servizio della collettività. Le nostre
Recovery Fund, l’eccezione e la regola
L'accordo europeo per affrontare la crisi sembra un’eccezione introdotta per confermare le regole dell'austerity. Ma nelle discontinuità presenti si deve provare ad aprire un nuovo campo di battaglia di Giuseppe Montalbano su Jacobin Italia L’accordo sul Recovery Fund costituisce un’«eccezione» la cui portata reale dipenderà dalla possibilità che non si riduca a confermare la «regola» neoliberale su cui si regge l’Unione europea. Se nell’immediato rappresenta una risposta alla crisi post-Covid funzionale a garantire la tenuta minima della costruzione europea, la posta in gioco più grande dell’accordo
La vita agra dell’impresa pubblica
di Lorenzo Creti & Giacomo Gabbuti per Jacobin Italia L’evoluzione dei rapporti tra lo stato italiano e le imprese di sua proprietà ricorda un po’ quello di una commedia all’italiana: ricca di colpi di scena, spesso amari, ma con un finale per nulla scontato. A ravvivare una convivenza annoiata e rassegnata è arrivata una pandemia globale, che tra le sue varie conseguenze ha portato il governo ad annunciare la nazionalizzazione di Alitalia. Nonostante tutto, a parte le polemiche tra «liberisti da divano» e rappresentanti di
Autostrade, il Venezuela e la retorica della Guerra fredda
È bastato mettere appena in discussione l'assetto proprietario di un'infrastruttura per scatenare il riflesso pavloviano dei commentatori: Conte come Chávez. Con tanto di classici dell'anticomunismo Lorenzo Zamponi per Jacobin Italia Uno spettro si aggira per le strade, anzi per le autostrade italiane: lo spettro del chavismo. «Autostrade, ha vinto il modello Venezuela». Così Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale e volto di Mediaset (quindi doppiamente sul libro paga di Berlusconi), ha presentato in un video ai suoi 700 mila follower su Facebook e 400 mila su Twitter il