Reddito di cittadinanza: tutto quello che c’è da sapere. FAQ

Tutto quello che c’è da sapere sul reddito di cittadinanza. Bufale, dati e risultati della misura più discussa degli ultimi anni.

Solo l’Italia ha un reddito di cittadinanza?

No, tutti i paesi europei hanno introdotto forme di sostegno al reddito a chi presenta una situazione di bisogno economico. L’Italia è stata, con la Grecia, uno degli ultimi Paesi a dotarsi di uno strumento di trasferimento monetario alle fasce di popolazione più povere. Va sottolineato che i diversi schemi di sostegno al reddito per le fasce povere esistenti in Europa fanno parte di una strategia europea di contrasto alla povertà, soprattutto in risposta alle conseguenze della grave crisi economica del 2008. Prima del Reddito di Cittadinanza l’Italia aveva sperimentato il reddito minimo di inserimento (RMI), attivo dal 1999 al 2004 (e non rifinanziato per motivi politici dal governo di centrodestra presieduto da Berlusconi) e il reddito di inclusione (REI), erogato dal 1° gennaio 2018 al 1° marzo del 2019 e sostituito dal RdC.

Il Reddito di Cittadinanza viene concesso a tutte le persone povere?

No, il RdC può essere richiesto solo da un gruppo di persone in povertà, i cosiddetti “assolutamente poveri”, ossia coloro che non hanno la possibilità di acquistare i beni indispensabili per condurre una vita accettabile (cibo, vestiti, spese per l’affitto della casa, riscaldamento). Questa popolazione in Italia ammontava, storicamente, a circa il 5% della popolazione generale, presente in maggioranza nel sud Italia. Dopo il Covid la povertà assoluta è salita sensibilmente, anche nel nord e nel centro Italia e, nel 2020, il 9,4% della popolazione italiana (5,6 milioni di individui) si trovava in povertà assoluta. Il RdC non viene, invece, erogato per i “relativamente poveri”, ossia per coloro che consumano – per i beni e servizi  – meno del 60% del livello mediano relativo al resto della popolazione.

Il Reddito di Cittadinanza ha eliminato la povertà?

No, e per 2 motivi:

1. il RdC viene concesso solo ad una frazione minoritaria dei poveri in Italia, i “poveri assoluti” e solo poco meno della metà (56%) di questo gruppo di poveri ha potuto beneficiare del RdC. Invece i “relativamente poveri”, quelli che si collocano sotto la soglia statistica di povertà e che non possono beneficiare del RdC, ammontano a circa il 10% della popolazione italiana (circa 8 milioni di persone). 

2. la povertà è un fenomeno che non può essere sconfitto solo “a valle”, con un trasferimento monetario ai bisognosi perché tale azione – seppure molto importante e meritoria – non modifica i fattori sociali che producono storicamente la povertà. Questi fattori dipendono, ad es., dalle caratteristiche del mercato del lavoro, dai livelli dei salari e degli stipendi, dal costo dei servizi pubblici, dall’accessibilità all’istruzione, dai livelli degli affitti, ecc.

Il Reddito di Cittadinanza ha almeno contrastato la povertà?

Si, tutti i dati che abbiamo a disposizione ci dicono che il RdC è riuscito a migliorare le condizioni economiche delle famiglie assolutamente povere che ne hanno beneficiato. Il 57% delle famiglie che ricevono il RdC è riuscito ad uscire dalla povertà assoluta, dalla “miseria”, e a collocarsi nella povertà relativa. Ciò significa che questi nuclei familiari hanno avuto la possibilità di poter acquistare beni e servizi indispensabili alla sussistenza, e ciò non è poco se pensiamo che una quota significativa di queste famiglie povere è rappresentato, dopo la pandemia, anche da persone che hanno perso il lavoro e che abitano nel nord Italia e che non avevano mai sperimentato prima una condizione così estrema di povertà. Va tenuto presente che stiamo parlando di fasce di popolazione estremamente fragili. Ad es., alla fine del 2019, il 25% di tutti i beneficiari del RdC erano minori di età. Ciò significa che quasi il 7% dei minori residenti in Italia è stato beneficiato dai trasferimenti monetari del RdC.

Quante e quali persone hanno usufruito del Reddito di Cittadinanza?

Nel primo trimestre del 2021 sono stati 1,5 milioni i nuclei familiari che hanno usufruito di almeno una mensilità del RdC, pari a 3,4 milioni di persone. Il 51% di queste persone sono è composto da famiglie che hanno minori a carico (34% del totale dei beneficiari) o con compiti di assistenza a persone non autosufficienti (il 17% del totale dei beneficiari). L’86% dei beneficiari è italiano, il 9% è straniero extracomunitario con regolare permesso di soggiorno e il 4% è cittadino europeo.

A quanto ammonta l’importo mensile del Reddito di Cittadinanza?

L’importo medio mensile del RdC nel 2020 è stato di 584 euro a nucleo familiare . Mediamente l’importo varia dai 453 euro mensili per una famiglia con un solo componente ai 721 per quelle con 5 componenti.

Quanto costa alla collettività il Reddito di Cittadinanza?

Da quando è stato istituito, il RdC è costato alle casse pubbliche circa 8 miliardi di euro. A questo proposito va tenuto presente che, poiché il RdC è percepito da famiglie che non riescono ad acquistare i beni essenziali per una vita degna, la totalità delle somme erogate è destinata in consumi, entrando quindi nel circuito di distribuzione del reddito di cui beneficiano i venditori ed anche lo Stato, il quale recupera parte degli importi erogati con il RdC attraverso la tassazione sui consumi.

Il Reddito di Cittadinanza favorisce la disoccupazione?

No, non esiste nessun dato che indichi che il Reddito di Cittadinanza sia uno strumento che contribuisca ad aumentare la disoccupazione. Va tenuto presente che circa la metà dei beneficiari del RdC non può essere impiegata a causa dell’ età (minorenni o sopra i 60 anni), oppure perché in gravi condizioni psico-fisiche. L’altra metà è difficilmente collocabile  a causa dei livelli molto bassi di scolarità e formazione professionale. Si tratta, quest’ultima, di una fetta di popolazione che ha avuto, prima di ricevere il RdC, prevalentemente rapporti di lavoro a tempo precario e sottopagato e che, secondo l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), avrebbe meno del 10% di possibilità in un anno di essere occupata. Questo gruppo di persone, se venisse inserito nel mercato del lavoro, senza percorsi di formazione professionale e servizi di Welfare a sostegno dei compiti di cura svolti in famiglia, si troverebbe a ricevere salari molto bassi che potrebbero non risolvere il problema della povertà.

Perché il Reddito di Cittadinanza viene accusato di essere una politica fallimentare?

Il Reddito di Cittadinanza è il risultato di un compromesso politico tra le due forze di governo che, nel 2019, hanno implementato questa misura: la Lega e il Movimento 5 Stelle. Il compromesso si è incentrato sul considerare il RdC sia uno strumento di lotta alla povertà estrema (politica passiva) che di facilitazione all’inserimento nel mercato del lavoro dei beneficiari (politica attiva). In questo modo, al RdC è stato chiesto di fare fronte a bisogni che hanno tra loro cause e dinamiche spesso differenti e che richiederebbero interventi specifici. Il fatto che solo una quota molto bassa di beneficiari del RdC sia stata inserita nel mercato del lavoro (circa il 14% delle persone occupabili di cui il 65% con contratti a tempo determinato) conferma il fatto che bisognerebbe distinguere bene tra politiche assistenziali e politiche attive del lavoro e che i livelli di occupazione dipendono anche da fattori sociali strutturali e non solo dalla disponibilità ad inserirsi nel mercato del lavoro da parte dei disoccupati.

PARTECIPA ATTIVAMENTE ALLA CAMPAGNA PER IL SALARIO MINIMO E IL REDDITO DI CITTADINANZA. UNISCITI A NOI.

reddito di cittadinanza