specializzandi

Una vittoria storica per i medici in formazione specialistica!

Le associazioni delle mediche e dei medici specializzandi hanno siglato un accordo con il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni e le Province autonome per regolamentare la loro partecipazione alla campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2. (Qui il protocollo firmato dai ministri)  

Questo risultato arriva dopo mesi di interlocuzioni e mobilitazioni coordinate fra tutte le associazioni contro il comma 459, articolo 1, Sezione I della legge di bilancio 2021 che aveva previsto, per tutte le mediche e tutti i medici specializzandi, indipendentemente dalla scuola di specializzazione e dall’anno di corso, la partecipazione alla campagna vaccinale come attività formativa, quindi in forma obbligatoria e non retribuita. In questo modo, ad esempio, un chirurgo generale avrebbe dovuto interrompere la sua formazione per un mese per svolgere attività di raccolta anamnestica e presiedere alla somministrazione dei vaccini, perdendo quindi il mese di formazione e non potendolo recuperare in seguito.

Le associazioni hanno da subito criticato tale provvedimento, ribadendo la loro disponibilità a partecipare alla campagna vaccinale, ma denunciando l’intento di reperire manodopera a costo zero spacciando il lavoro di medico vaccinatore per attività formativa. La formazione delle mediche e dei medici specializzandi è, infatti, già stata ampiamente compromessa dagli scorsi mesi di pandemia, durante i quali molte/i di loro non si sono tirati indietro, sospendendo il proprio percorso formativo per far fronte alle esigenze di salute della popolazione. A tal proposito, le associazioni hanno frequentemente ricordato come un medico specializzando meno formato oggi sarà, domani, uno specialista meno preparato a rispondere ai bisogni dei propri pazienti.

Grazie alla grande mobilitazione dei medici specializzandi e al lavoro delle associazioni, il protocollo sottoscritto ieri permetterà, invece, agli specializzandi di partecipare alla campagna vaccinale, in forma volontaria, retribuita e tutelando la propria formazione.


Quanto ottenuto è una grande conquista! Per la prima volta le mediche e i medici specializzandi hanno ottenuta la possibilità di discutere con le istituzioni del proprio lavoro come categoria sindacale, attraverso le associazioni di rappresentanza. Gli/le specializzande/i, infatti, pur avendo l’abilitazione e avendo vinto un concorso nazionale, non sono considerate/i lavoratrici e lavoratori, ma studenti e studentesse dell’università. Non possono quindi accedere ai diritti del lavoro, quali, ad esempio, il diritto allo sciopero e alla rappresentanza sindacale. Il risultato, e le modalità con cui è stato raggiunto, sono passi verso il riconoscimento dei diritti dei medici in formazione come LAVORATRICI E LAVORATORI della salute!